Questo articolo vuol essere un integrazione all’ultimo post dedicato al sound di David Gilmour. Infatti tutte le immagini che vedrete sono tratte dal video numero 4 di Pierangelo Mezzabarba. Ho ritenuto opportuno estrapolarle dal video e metterle a disposizione in questo nuovo articolo perchè sono veramente molto interessanti, da studiare una ad una per capire i vari setup che Gilmour ha utilizzato nel tempo.
Nella foto sopra ad esempio potete vedere il setup che Gilmour ha utilizzato dal 1973 al 1975, da notare il delay Echorec “ereditato” dal grande Syd Barrett. La stratocaster è la mitica Blackstrat di cui bisognerebbe scrivere un articolo solo su di essa visto le tantissime modifiche e restaurazioni che ha subito negli anni.
Ma questo non vuol essere un post di approfondimento dell’effettistica di Gilmour ma solo un riepilogo di quanto ci ha spiegato Pierangelo Mezzabarba nei quattro video dedicati al sound di David Gilmour e quindi mi limito ad inserire le immagini dei vari setup che David ha utilizzato nel tempo in modo da far capire non solo gli effetti che utilizzava ma sopratutto il modo in cui li concatenava. Qui sotto potete vedere quello usato dal 1976 al 1980.
Nel prossimo setup compare la mitica Redstrat l’altra chitarra che ha scritto pagine importanti dei Pink Floyd post Roger Waters. Una strato con pickup Emg attivi, da notare anche il Tubedriver di cui Gilmour ha fatto largo uso in quei tour.
Qui sotto potete trovare diversi spunti su come dosare i vari effetti. Vengono riportati infatti i gli effetti e i parametri di regolazione impiegati nelle canzoni più famose dei Pink Floyd. Un ottima base su cui sperimentare e cercare di avvicinarsi al mitico sound di David Gilmour.
