CostaLab Twin Compressor: compressione di GAS!
Non so quante volte mi è capitato di far impazzire il malcapitato negoziante di turno di fronte alle mie ripetute richieste di prova di questo o quel pedale, alla ricerca di suoni, o meglio, sonorità che avevo in testa quasi come un tarlo e che ho sempre cercato di rievocare smanettando una moltitudine, ormai impressionante anche per motivi cronologici, di pedali e relativi potenziometri, switch ecc.
La scelta del compressore è stata sicuramente una di quelle più tribolate, roba da notti insonni e di mille dubbi, con ripensamenti dell’ultima ora e acquisti compulsivi da GAS patologica per cercare il pedale giusto che mi regalasse il sound che cercavo. “Orgogliosamente”, devo dire che di cadaveri, alias compressori comprati e poi rivenduti, nella mia carriera di chitarrista provetto ne ho fatti fuori tanti. Almeno fino ad oggi, perché ultimamente la scelta del pedale da mettere in pedaliera è caduta sul CostaLab Twin Compressor, il “fratello maggiore” del CostaLab Compressor dotato però, dell’ulteriore possibilità di scelta tra compressione tipo Ross o Dyna (2 veri e propri capisaldi della compressione del suono che hanno fatto la storia della chitarra elettrica).
COME SI PRESENTA IL PEDALE?
Il pedale viene venduto in una duplice confezione ben imbottita e affogato nelle ‘patatine’ (maschietti non eccitatevi!) di polistirolo per preservarlo da possibili corrieri “lanciatori” (spesso noti per la medaglia d’oro vinta nell’ultima edizione del lancio del nano!). Il pedale è costruito con un box di alluminio pressofuso, si presenta di colore bianco con la classica grafica di CostaLab, è verniciato a polvere tanto da essere a prova d’usura anche da parte del musicista più distratto, scriteriato e magari dotato di pesanti calzature metallare.
La cosa davvero sorprendente è la leggerezza, che non guasta mai nell’insieme di una pedaliera affollata. Come da tradizione CostaLab, è realizzato con scheda PCB e cablaggio a filo per la connessione di tutto l’hardware (potenziometri, switch e connettori). Per la connessione delle parti, CostaLab utilizza una lega di stagno con percentuale di argento, questo per garantire una saldatura di ottima qualità. Dando uno sguardo ai componenti scelti, ai collegamenti, tutti squadrati ed infascettati con rigore in stile anni ’70, direi che ho nettamente l’impressione di essere davanti a un pedale di elevata qualità costruttiva.
Sbirciando un po meglio sulla scheda elettronica, si nota come il circuito ‘Ross‘ è stato modificato appositamente, per arrotondare l’attacco e per dare risposte più lente, come poi effettivamente si può riscontrare a livello sonoro… provare per credere! Mentre il circuito ‘Dyna‘ appare meno affollato di componenti risultando un compressore con risposte più rapide. Inoltre, il pedale è dotato di sistema true by-pass e dell’utilissimo circuito di anti pop.
I CONTROLLI?
Devo dire che è praticamente un pedale plug&play, nel senso che l’ho trovato davvero molto intuitivo. Oltre allo swich di accensione, è dotato di tre manopole: una regola il livello di sustain (cioè fornisce la quantità di “corposità” e di sostegno alle note), una il livello del compressore (cioè la quantità di compressione che vogliamo fornire al nostro suono) e la terza, centrale, è il commutatore rotativo per la scelta del tipo di compressione tra Ross e Dyna.
COME SUONA?
La timbrica di base delle 2 modalità di compressione è essenzialmente la stessa: in posizione Ross si percepisce una compressione più morbida, con attacco più dolce, e release più lenta, a differenza della modalità Dyna che risulta avere un attacco più secco, veloce ed una release leggermente più rapida, come se il suono tendesse a spegnersi prima. Le possibilità di creare la compressione desiderata è facilitata sia dall’opzione Ross-Dyna, sia dal buon controllo sulle regolazioni offerto dagli altri 2 potenziometri. Suonando vari generi musicali, l’ho trovato davvero molto valido sia per ritmiche funkeggianti che sui clean o arpeggi di impostazione più “poppaiola”. Infine, non mi è neanche dispiaciuto come utilizzo “improprio” di boost leggero sul pre, cosa che ho voluto sperimentare per cercare di aggiungere sustain alla mia testata Carvin MTS3200 senza snaturarne sostanzialmente il suono di base (per la cronaca, la testata è stata dichiarata, poi, fuori legge, per la pressione sonora che sprigiona!). Personalmente, confrontandolo con altri compressori che ho avuto sotto i piedi, ho trovato che il CostaLab Twin Compressor è un filo più sincero, completo e complessivamente più gestibile.
IN CONCLUSIONE…
Avendo già in pedaliera un altro pedale CostaLab (il Custom Muff) mi sento soddisfatto di quest’ultimo acquisto, per qualità e sonorità, nella convinzione (speranza o illusione?) di non aggiungerlo alla famigerata lista dei pedali “ei fu” di cui sopra…. Il mio consiglio rimane sempre lo stesso, provate sempre quello che vi viene proposto… anche se in questo modo cresce una GAS della Madonna! Ma alla fine ci piace, dite la verità, é? Un piccolo consiglio, se posso permettermi, per Costantino… Dormi la notte invece di fare pedali, se no dopo il mio conto va in rosso!
Per sentire come suona, cercate su Youtube… ne rimarrete sicuramente soddisfatti!
Per tutte le info in merito, il sito di CostaLab è:
http://www.costalab.com/
Buona musica a tutti!
Stay On, Stay Rock!
Marco Fioritoni & Massimiliano Bustini
Qui sotto un video dimostrativo del CostaLab Twin Compressor:
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